lunedì 7 luglio 2014

Michele Vigliotti ("Giordano Bruno"): Eugenio Bennato strabiliante cantautore che cerca di riscattare la storia del Sud

MADDALONI - “Voglio rivolgere una meritata lode all’intera città di Arienzo che, nell’ambito della sua festa cittadina ha ospitato Eugenio Bennato, lo strabiliante cantautore che attraverso le sue canzoni cerca di riscattare la storia del Sud, da sempre stravolta dai pennivendoli al servizio dei Savoia e dei leghisti”.
Lo ha detto il professore Michele Vigliotti, rettore del Convitto "Giordano Bruno" di Maddaloni, plaudendo all'iniziativa del Comune di Arienzo. “Eugenio Bennato, che ha ripreso i ritmi della taranta, un ballo antichissimo ricco di significati religiosi ancestrali, è soprattutto il cantore della saga dei briganti, gli orgogliosi ed eroici partigiani che si opposero alla colonizzazione del Sud da parte dei piemontesi del massone Cavour e della sua longa manus Garibaldi. Sostenuti dagli anticattolici inglesi che volevano eliminare la potenza marinara borbonica nel Mediterraneo, i piemontesi inviarono qui Garibaldi, che promise riforme agrarie e la terra ai braccianti, ma aveva in serbo per loro solo quattro pallottole nella schiena come Bixio fece con i rivoltosi di Bronte”.
Il rettore, così ha proseguito: “Quando fu chiaro che l’infame Garibaldi non aveva nessun potere, che le terre le vendevano ai padroni di sempre, che i possedimenti della chiesa e dei Comuni venivano alienati ai latifondisti agrari, quando le tasse sommersero una economia già debole, e i giovani furono costretti alla coscrizione obbligatoria, il Sud insorse. Migliaia di braccianti e ex soldati borbonici imbracciarono le armi e contrastarono duramente e spesso vittoriosamente l’esercito invasore. Cialdini, la jena, rispose facendo incendiare e distruggere Casalduni e Pontelandolfo, più di 1200 morti! Peggio delle SS nel 43-45: si parla oggi di 70.000 fucilati, impiccati e morti in combattimento. Il capitano Nicola Summa, luogotenente del capo dei briganti lucani, fu l’anima della resistenza: bello come un angelo vendicatore, sempre in prima fila, era l’incubo di Guardie Nazionali, soldati savoiardi, pubblica sicurezza. Poterono ucciderlo solo a tradimento, sparandogli alle spalle”.

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