mercoledì 12 febbraio 2014

Congresso del Pd a San Felice a Cancello, Basilicata: agli iscritti che si sono chiamati fuori chiedo di riconsiderare le proprie posizioni

SAN FELICE A CANCELLO - Provo a fare un'analisi del voto del congresso di domenica scorsa, un congresso non indispensabile, non essendo scaduto il precedente mandato naturale, ma a cui non mi sono opposto, sia perchè fortemente voluto dalla maggioranza dei componenti del vecchio direttivo, all'indomani dell'esito della competizione elettorale amministrativa, da cui per vari motivi si erano tutti defilati (tranne Vittoria Marletta) e sia per venire incontro ai tanti nuovi iscritti, che si sono avvicinati al circolo proprio dopo le elezioni.
In quell'occasione ritenni di non dover intervenire nell'analisi (per me fin troppo ovvia) dell'insuccesso per evitare un'inutile sequela di accuse reciproche, che avrebbero solo inasprito la conflittualità interna e l'irrigidimento delle posizioni. Ho lasciato quell'analisi agli altri, limitandomi a sottolinearne alla fine la parzialità e sperando inutilmente che la lezione fosse almeno servita a mettere da parte i personalismi per ricostruire insieme il circolo. Alla luce della precedente infausta esperienza, nella veste di segretario ormai uscente, provo ora a proporre le riflessioni che ho tratto durante ed al termine della giornata di domenica, vivendo direttamente la tornata elettorale interna.
Al Presidente dell'assemblea si sono presentati due candidati: io, segretario uscente, che da mesi avevo confermato la mia volontà di ricandidatura (in accordo con una parte dei frequentatori del circolo, quali Donato Esposito, i Marletta, Mazzone e Migliore) e Buonomano, candidato del nuovo gruppo iscrittosi recentemente al partito insieme a lui, con l'appoggio di Palmieri e Renga. Al voto ha partecipato poco più della metà degli iscritti (104/199 = 52,3%), 35 dei quali a favore di Basilicata (34% dei voti; 17,6% degli iscritti), 68 per Buonomano (66% dei voti; 34,2% degli iscritti) più una scheda bianca. Il 47,7% degli iscritti, quindi, non ha votato (rispetto ad un 35-40% previsto come fisiologico), tra cui alcuni ex dirigenti o frequentatori abituali del circolo (Pierluigi De Lucia, Luigi Nostrale, Anna Piscitelli, Rivetti e Salvati). Volendo tentare un'analisi – per quanto problematica - della composizione degli elettori in base alle loro spontanee dichiarazioni di voto, la maggioranza dei frequentatori (saltuari o abituali) del circolo che hanno votato si è indirizzata verso Basilicata, segno della voglia di continuità di buona parte del gruppo storico, mentre Buonomano ha costruito il suo successo prevalentemente sul favore della nuova base. Di ciò bisognerà tenerne conto, perchè entrambe le componenti devono essere rispettate: da una parte il vincitore dovrà modificare parte del proprio atteggiamento nel momento in cui assume questa carica di responsabilità civile, in modo da venire incontro a quelli che hanno costruito faticosamente e indirizzato politicamente e mediaticamente il circolo, dall'altra bisognerà studiare i modi per accettare e integrare più attivamente una base silenziosa - potenziale bacino di consensi per la politica che veramente conta - che altrimenti si limiterebbe ad esercitare, con ripercussioni decisive quanto sconvolgenti e strumentali, solo il voto interno. E, al contrario, quale crisi interna si aprirebbe se gli stessi iscritti, in occasione di elezioni amministrative o politiche, dovessero venire meno e voltare le spalle!
Degli assenti, pur numerosi, in realtà solo una decina sono frequentatori abituali o occasionali, mentre la gran parte sono non frequentatori del circolo, anche se iscritti da tempo. Tra gli assenti, oltre a quelli che hanno comunque precisi punti di riferimento interno, spiccano gli iscritti di Cancello, che non si sono sentiti coinvolti né dal gruppo eterogeneo di Basilicata-Marletta-Migliore-ecc..., né da quello più definito di Buonomano-Palmieri-Renga, nonostante la presenza in quest'ultimo di due loro concittadini. Se invece la defezione voleva essere un segnale, allora è un segnale politico anche l'assenza di soluzioni propositive (oltre quelle dei due candidati), o di soluzioni unitarie realmente e non solo per facciata.
Al di sopra di tutto ciò c'è la considerazione che parte del circolo volesse un cambiamento nei vertici per la ridotta azione prodotta nei fatti sul territorio, soprattutto nel periodo post-elettorale (mentre sono cresciute la curiosità e l'interesse, sia da parte di giovani concittadini che da forze esterne). Ho accettato costruttivamente questa critica, andando incontro alla rimozione democratica dall'incarico; non ho accettato la posizione di capro espiatorio (assolutamente ingiusta ed ingrata, in considerazione di quanto da me comunque fatto, nonché fuorviante in relazione alla reale individuazione delle responsabilità o alla loro condivisione, imputabili anche alla scarsa, se non assente collaborazione), riproponendomi candidato, avendone tutti i diritti (civili, legali, giudiziari e morali) per farlo e sapendo di doverci ricollocare con la mia area in una posizione attualmente minoritaria. Compito che io e gli iscritti a me vicini ci impegnamo ad assumere in maniera costruttiva, seguendo la linea già segnata di coerenza ed autonomia, che proponiamo anche al nuovo segretario. A lui intanto abbiamo già suggerito già prima della fine delle votazioni di sospendere la definizione della composizione del Direttivo e dell'eventuale segreteria (suggerimento accettato in serata da Buonomano alla sua proclamazione ed applaudito dal garante provinciale che ha presenziato i lavori), in modo da trovare un accordo per la presenza in essi anche delle “forze” (perchè tali sono, intellettuali e politiche) che si sono tenute fuori dalla competizione congressuale, giacchè molti ed urgenti sono i problemi che il PD locale deve affrontare – chiusa finalmente questa sofferta e congelante fase precongressuale – sia relativamente ai problemi cittadini quotidiani, che amministrativi (vogliamo fare una valutazione sulle cartelle ICI-IMU del 2008-2009 o sulla mancanza di trasparenza amministrativa, ad esempio?), che a quelli di più largo respiro e a scadenza meno immediata.
Agli iscritti che si sono chiamati fuori chiedo fermamente e convintamente di riconsiderare le proprie posizioni, accettando di partecipare alle nuove fasi di attività del circolo, sia come impegno civile dovuto verso il nostro paese, che come preciso compito politico di controllo ed indirizzo del nuovo segretario, mettendo a frutto le passate esperienze. Le decisioni (e le mancate decisioni) dei convulsi giorni che hanno preceduto il congresso, hanno nel loro piccolo comunque una marcatura politica (per me è stato sicuramente così!) e quindi, indipendentemente da chi ha avuto torto o ragione, non possono influire sui rapporti e sulle convinzioni personali, perchè sicuramente tutto quello che è stato fatto e detto era per favorire il PD e non per contrapposizioni personali, che altrimenti potrebbero essere giudicate dalla gente come sterili o interessate. Non riproponiamo a San Felice gli stessi errori compiuti altrove!

Il segretario uscente Tonino Basilicata

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