venerdì 7 marzo 2014

La presidente Endas Caserta, Adelaide Tronco, vuole abolire la “Festa della Donna”

CASERTA - “Vi prego, non chiamatela festa". L’appello della presidente Endas per abolire la “Festa della Donna”. Nel 2013 sono state uccise 128 donne vittime dei propri compagni o di ex (solo in casi rarissimi da sconosciuti). Per una macabra ironia della sorte il triste dato coincide quasi perfettamente con le 129 scioperanti della Cotton di New York, chiuse per ritorsione del “padrone” nel capannone della fabbrica e morte nel noto incendio del 1908.
L’episodio diede il via a quella che voleva essere una commemorazione e che poi, non si sa bene come e quando, si è trasformata in una “festa” per inconsapevoli e scatenate casalinghe disperate. Pian piano il ricordo delle donne morte per la difesa dei propri diritti di lavoratrici si è dissolto tra i gridolini, le abboffate e i balli sfrenati di frotte di donne che, al calar della sera dell’8 marzo, lasciano la propria routine per dare il peggio di sé in un insensato “festeggiamento” per non si sa bene cosa.
Lo spettacolo che ne deriva è sempre stato svilente ed imbarazzante, ma quest’anno dico proprio no! Non è possibile fingere ancora una volta che i dati non siano allarmanti, che il femminicidio non sia un’emergenza nazionale. Non è possibile continuare a dirsi addolorati, amareggiati, agghiacciati davanti a tanto orrore e poi proseguire come se nulla fosse accaduto. Non possono farlo le donne, che hanno il dovere di mostrare solidarietà ed empatia per decine di altre donne private della propria vita e spesso di quella dei propri figli solo perché avevano deciso di chiudere un rapporto o perché rifiutavano le avance di un uomo frustrato ed insicuro. Ma non possono chiudere gli occhi sulla tragedia che ogni anno si compie nel nostro Paese nemmeno gli uomini, quelli onesti e rispettosi dell’altro sesso, che hanno il dovere di prendere una posizione forte a favore delle donne.
Ma mi rivolgo in particolare a quegli uomini ed a quelle donne che hanno il potere di cambiare le cose in Italia, di dare una direzione ai media, alla politica, alla società: vi prego, se non è possibile sopprimere la “Festa della Donna” - cosa che francamente auspico -, aboliamo almeno la parola “festa” e lasciamo che questa giornata sia dedicata alla riflessione seria sulla condizione della donna e sulle vittime di genere, … ma chiamarla festa proprio no!  

Adelaide Tronco
Presidente provinciale ENDAS

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