lunedì 7 aprile 2014

Convegno per i liceali maddalonesi al “Giordano Bruno”, al centro Letteratura meridionale tra '800 e '900: il caso Napoli

MADDALONI - Letteratura meridionale tra 800 e 900:il caso Napoli, Convegno per i liceali maddalonesi al “Giordano Bruno”. Il tema dell’incontro che si terrà il giorno 8 aprile 2014 dalle  ore 8,30 nella sala “Luigi Settembrini” del Convitto Nazionale “Giordano Bruno” di Maddaloni. Saranno coinvolti per l’occasione gli studenti de’ Liceo Classico e Liceo Classico Europeo “Giordano Bruno” di Maddaloni.

L’evento sarà caratterizzato da una relazione del rettore-preside professore Michele Vigliotti. La programmazione della giornata vedrà l’interpretazione dei seguenti testi e canzoni:
CHIOVE (di L. Bovio; canta S. Bruni),
PANEFFORTE ‘E NOTTE (da Ariette e sunette di S. Di Giacomo),
MARZO (da Ariette e sunette di S. Di Giacomo),
SENZA VEDERLO (racconto di S. Di Giacomo),
“TE PIACE ‘O PRESEBBIO!.....” (da Natale in Casa Cupiello di E. De Filippo),
LACREME NAPULITANE (di L. Bovio; canta M. Merola).
In relazione alla logica per la quale è stata definita la presente scaletta, Michele Vigliotti ha dichiarato: “Mi piace iniziare con una bellissima e malinconica canzone la mia cavalcata attraverso la letteratura napoletana tra ‘800 e ‘900”.
“Io so che oggi la nostra amata lingua napoletana è misconosciuta – ha continuato il professore Vigliotti - parlano inglese i borghesi chic, o si esprimono in un italiano approssimativo, le professoresse con gli occhiali di tartaruga impongono di leggere gli zappaterra come Fabio Volo o Stefano Benni”.
Il Rettore del Convitto Nazionale di Maddaloni, ha poi dato qualche anticipazione di quelle che saranno le tematiche che affronterà nel corso della relazione agli studenti liceali di domani mattina: “Una storia letteraria gaglioffa e in mala fede ha messo tra i grandi romanzieri dell’800/900 un Tommaseo o un Fogazzaro, ma non Serao, Mastriani, Di Giacomo, e tra i poeti di inizio secolo gente famosa per non essere mai letta da nessuno, come D. Gnoli o Marino Moretti, ma non Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo, Libero Bovio. E che dire del teatro, che oggi annovera ancora tra quelli da studiare tale Sem Benelli o Guido da Verona, e trascura Eduardo Scarpetta e quello che è il più amato e conosciuto commediografo italiano, al pari almeno di Pirandello, e cioè Eduardo de Filippo?
È il caso di recuperare, per dignità e verità, il grande ruolo che il napoletano e i napoletani hanno avuto nella nostra cultura e letteratura.”
Riprendendo un filone, quello della verità storica del Mezzogiorno d’Italia, quella verità dei fatti e non sentesi di una posizione divulgata dai “vincitori”, proposto non più tardi di qualche settimana fa nell’altro Liceo maddalonese dove il professore Vigliotti è preside, Liceo Scientifico “Cortese”, lo stesso ha aggiunto: “È indubbio che negli anni tra il 1870 e il 1920 Napoli fu la vera capitale culturale dell’Italietta; una schiera di intellettuali che si muoveva intorno a prestigiose riviste e a quotidiani famosi animava i salotti letterari; nomi come Croce, Serao, Scarfoglio, Bovio, Russo, compositori famosi (allora le edizioni Bideri trenta centesimi a fogli, erano più famose della Ricordi) librai come i Pisanti, essi stessi bibliofili, erano il vanto di Napoli e dell’Italia. Decine di canzoni di altissima qualità invasero l’Europa e l’America; poeti come D’Annunzio (a vucchella) e compositori come Mascagni vi si cimentarono; a Napoli due contrapposti intellettuali dibattevano il destino della commedia; comica ridanciana, basata su equivoci ed amorazzi, come sosteneva Scarpetta col suo San Carlino / o seria, tragica e spesso fosca (sulla scorta del teatro borghese e verista) come invece sosteneva Di Giacomo. Preponderanza agli attori e ai loro Sciosciammocca e Pulcinella, o agli autori, veri e grandi scrittori?”
“Leggendo i testi di narrativa e teatro, piccoli grandi capolavori, viene fuori un universo cittadino in cui povertà estrema, voglia di vivere, capacità di arrangiarsi, si intrecciano;  - ha continuato il prof. Vigliotti - la tumultuosa vita di una città in cui ci si arrangia per sopravvivere, ci si inventa ogni giorno un lavoro, si affida al lotto la sola speranza di uscire dalla miseria, è descritta con una partecipazione sentimentale ed affettiva che è ben lontana dall’impersonalità verghiana; il riso e la tragedia si legano e si intersecano nei vichi e nelle strade nobili luccicanti di vetrine, dove povere modiste, ragazze di vita, piccoli borghesi che nascondono la loro miseria con un’albagia affettata, si muovono con naturalezza.
Nella lirica invece i grandi di Giacomo e Bovio sanno percorrere tutte le strade del sentimento con assoluta spontaneità. L’amore è il comune denominatore; l’amore tra giovani borghesi che imitano i dandy inglesi, l’amore forte e tenace di povere ragazze del popolo, spesso per indegni guappetti, l’amore delle vergini consacrate…..
E su tutto l’amore per quella città inimitabile che si chiama Napoli, che nessuno, neppure gli emigranti, potranno mai dimenticare”.
Considerata la valenza della tematica e l’appuntamento culturale di enorme valenza per come è stato concepito per quanto lo stesso sia indirizzato ai liceali maddalonese è interessante la partecipazione.
Per maggiori informazioni su questo evento e sulle attività del Convitto Nazionale “Giordano Bruno”, sito Via San Francesco D'Assisi, 119 a Maddaloni (CE)

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