venerdì 21 marzo 2014

Pericolosa la parità di genere per legge. D'Anna (Gal): il testo non avrà il mio voto

ROMA - Quote rosa: D'Anna (Gal), testo scritto male che non avrà il mio voto. "Care colleghe senatrici, mi piacerebbe sapere di quale parificazione state parlando se in questo testo, a vostra volta, in nome di un'equiparazione tra i sessi, volete essere maramalde sul cittadino che deve essere costretto, pena la nullità del proprio voto, a darvi la preferenza? Mi piacerebbe sapere da quale obbligo può venire un maggior esercizio della libertà. A me questa legge non piace, è scritta male e non avrà il mio voto". Così il senatore Vincenzo D'Anna, vicepresidente del gruppo Grandi autonomie e libertà, intervenendo, nell'Aula di Palazzo Madama, sul ddl per introdurre la parità di genere nelle elezioni Europee.

"Il relatore di questa legge - spiega D'Anna - ha un'idea di Stato opinabile, lo Stato non deve indicare agli elettori qual è il segno della propria scelta, della propria preferenza. Quando questa legge prevede che  nel caso  l'elettore esprima più preferenze, queste devono riguardare forzosamente candidati di sesso diverso pena l'annullamento della seconda e della terza preferenza, ci troviamo di fronte a una pervasività da parte dello Stato che non è certamente in linea con  la tradizione più liberale. Trovo che  quanto si vuole proporre in questa legge sia molto pericoloso per i rischi che contiene riguardo alla possibilità che il voto dell'elettore possa essere controllato. Ci troviamo di fronte a uno Stato prevaricatore che io di certo non avallerò mai".

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