venerdì 18 aprile 2014

Per il senatore della Repubblica italiana D'Anna tutti possono avere le chiavi della Reggia di Caserta. "È proibito a Cosentino fare jogging nel Parco Reale?"

SANTA MARIA A VICO - “Ora a Cosentino è proibito finanche fare jogging nel parco della Reggia. È proprio vero che, parafrasando Marx, la storia prima si manifesta come tragedia e poi come farsa”.
Cosi, in una nota, il sen. Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, commentando la decisione del Tribunale del Riesame di Napoli di riconfermare la carcerazione preventiva nei confronti dell’ex coordinatore campano del Pdl. “In tal modo – spiega D’Anna – si ribadisce il teorema dell’accusa (finora mai provato nel dibattimento in corso), secondo il quale l’ex sottosegretario è socialmente pericoloso e quindi degno di scontare la carcerazione per il semplice fatto che interagiva con amici ed uomini politici, ovvero si interessasse di politica”. Per il parlamentare del GAL: “sembra che il ‘camorrista’ per antonomasia sia stato trovato in possesso dello statuto di Forza Campania, nota organizzazione criminale sorta da qualche tempo per organizzare il popolo di centrodestra e addirittura di una chiave che gli consentiva di praticare il suo sport preferito, lo jogging, nel parco Vanvitelliano della Reggia di Caserta”. “Da tutto questo - rincara la dose il senatore, con un pizzico di ironia - si deduce che viene di fatto inibito a Cosentino non solo il diritto costituzionalmente garantito di potersi interessare di politica e quindi di telefonare ai propri amici, quanto di poter praticare lo jogging, attività, quest’ultima, che potrebbe consentirgli l’incontro, all’interno del parco della Reggia, con non meglio identificati e mai individuati componenti del crimine organizzato”.
“Se questi sono i presupposti che possono determinare la carcerazione preventiva per un cittadino, ovvero che possa reiterare un’ipotesi di reato vecchia di 14 anni – conclude D’Anna nel suo comunicato stampa – significa che veramente c’è chi non vede più né la legge, né il buon senso”.

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