martedì 1 aprile 2014

Vigliotti ("Giordano Bruno") scrive al vescovo di Caserta: questa chiesa non ci piace, tra funzioni burocratiche e orrori a sfondo pedofilo. E Bagnasco di cosa parla?

MADDALONI - In questi giorni il rettore del Convitto Nazionale “Giordano Bruno”, preside del Liceo Classico (Europeo) “Giordano Bruno” e Liceo Scientifico “Cortese” di Maddaloni ha inviato l’acclusa missiva al neo vescovo di Caserta monsignor Giovanni D'Alise.

Caro don Giannino
Non posso non chiamarti così dato il non breve periodo di contiguità ecclesiale.
Caro don Giannino noi siamo tutti e due figli spirituali di don Riboldi; e per gente come lui che io sono rimasto nella chiesa, per gente come lui o don Luigi Ciotti, don Peppe Diana e don Nogaro che è diventato il mio vescovo dato che Maddaloni è ormai da decenni la mia dimora professionale. Oggi Rettore del Convitto Nazionale e dirigente scolastico dello Scientifico, ti avrò come vescovo mio e dei miei alunni. E ne sono felice.
Don Giannino, questa chiesa non ci piace; si barcamena tra funzioni puramente burocratiche, scandali finanziari, orrori a sfondo pedofilo, strani maneggi col potere; e Bagnasco ancora ieri non trova di meglio che prendersela coi libri delle elementari.
Il nuovo Papa fa quello che dovrebbe “normalmente” fare il successore di Pietro, e sembra un alieno, in un mondo ecclesiale che non lo riconosce e, forse, non gli vuol bene e fa finta di scandalizzarsi. Tu hai un compito che fa “tremar le vene e i polsi”; due preti scomodi che il Nord antimeridionale e leghista ci ha donato, don Antonio e don Raffaele, siano la tua guida!
Ci saranno con te le migliaia di fedeli che non contano perché non hanno tonaca né confessionale, ma riempiono le file del volontariato, accolgono ed amano i diversi, i tossicodipendenti, gli ultimi, gli ammalati, gli extracomunitari.
Diffida dei potenti e tienili lontani, anche se ti chiameranno “prete comunista” come han fatto con padre Nogaro.
Ama i tuoi preti, ma sferzali se non sono testimoni coerenti, fuggi dai curiali “tira a campare”, sono la rovina della chiesa. Abbi cura dell’educazione e dei suoi operatori.
Tu sai parlare ai maestri, ai docenti; sono essi i primi che devono essere motivati, incoraggiati, spinti ad operare in quello che è uno dei campi più difficili e irti di incognite.
E quando sarai stanco, sfiduciato, deluso, prendi la tua macchinina (tu non ami le auto blu né i titoli altisonanti) e vientene tra i miei ragazzi; ne ho tanti, più di duemila, dai sei a diciotto anni; aspettano chi dica loro parole di amore, di speranza, di gioia.
Tu saprai farlo!

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