martedì 11 marzo 2014

‘L’arte della felicità’ e Alessandro Rak pronti a incantare il pubblico del Duel Village di Caserta

CASERTA - Alessandro Rak e il suo ‘L’arte della felicità’ pronti a incantare il pubblico del Duel Village. Giovedì 13 marzo 2014, alle ore 21,15 in via Borsellino a Caserta. Il regista e disegnatore napoletano Alessandro Rak e il suo incantevole ‘L’arte della Felicità’ saranno a Caserta giovedì 13 marzo alle ore 21.15 nell’ambito della Rassegna Italia opera prima e seconda di Caserta Film Lab e Duel Village.
Il film di animazione, che ha aperto la Settimana internazionale della Critica all’ultimo Festival di Venezia e incantato la giuria del Cartoon Movie di Lione (Rak era l’unico regista italiano in concorso), è un racconto di vita e filosofia ambientato in una Napoli grigia, cupa, coperta di rifiuti. Una storia amara, rigorosa, asciutta eppure avvolta da un alone di speranza che sembra illuminare tutti i personaggi. Un’opera forse inusuale, che non segue cioè gli schemi tipici del genere, eppure coraggiosa perché sfida i luoghi comuni e tenta di ribaltare l’immagine , spesso negativa, della città di Napoli e dei suoi abitanti. Il protagonista è Sergio, un tassista sui generis, che attraversa i vicoli e le strade a bordo del suo taxi bianco conversando con i clienti e tentando così di elaborare il lutto per  suo fratello Alfredo. Ex pianista e grande appassionato di musica, Sergio ritroverà proprio grazie alla forza prepotente delle note, i ricordi del fratello che credeva perduti.  La serata si aprirà alle 20.30 con un buffet ricco di specialità napoletane, seguirà la proiezione del film e infine l’incontro con il regista.
La Trama
Sergio guida un taxi bianco in una Napoli che trabocca mestizia e immondizia. Sotto una pioggia battente conduce i suoi clienti per la città cercando di elaborare la morte di suo fratello, partito dieci anni prima per il Tibet e mai più tornato. Una cantante pop, un riciclatore di frammenti di vita, uno speaker radiofonico, un vecchio zio, si avvicendano sui suoi sedili recando, ciascuno a suo modo, una traccia del fratello amato. Ostinato a non scendere più e a perdersi dentro una corsa senza fine, Sergio è travolto dai ricordi e dalla musica prodotta in coppia con Alfredo, che nel buddismo e nei suoi fondamenti aveva trovato la forza di affrontare la malattia. Quelle note che credeva sepolte e deposte per sempre, tornano prepotenti e chiedono una cassa armonica in cui risuonare ed esprimere il suo essere sonoro. Mettendo mano al pianoforte, Sergio sentirà di nuovo Alfredo, accordando il passato col presente e realizzandosi nel sentimento.

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