giovedì 12 giugno 2014

Cosentino, giudici e camorra. D'Anna (Gal) totalmente ignorato da Orlando. Il senatore: allora noi siamo come i clan?

SANTA MARIA A VICO - "Sono totalmente insoddisfatto perché il ministro non solo ha negato l'ispezione ministeriale, ma non ha neanche risposto alla mia interpellanza sul caso Cosentino e sulla vicenda della presunta collusione tra ambienti politici e malavita organizzata". Lo ha detto oggi in Aula, il senatore Vincenzo D'Anna, vicepresidente del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, replicando al sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri durante il Question Time.

"Sarebbe stato compito del ministro - ha proseguito D'Anna - accertare la fondatezza di un teorema giudiziario che fa di Nicola Cosentino un uomo pericoloso solo perché conosce e frequenta parlamentari, sindaci, consiglieri ed altri esponenti delle istituzioni. Insomma: solo perché egli fa politica". "Sarebbe stato compito del ministro - ha incalzato il parlamentare del Gal - attivare il proprio potere ispettivo, per accertare la regolarità di un'iniziativa giudiziaria che tiene in carcere, con un provvedimento abnorme, un politico incensurato  e nel contempo far luce  sulla fondatezza delle oblique e mai documentate ipotesi dell’accusa che lanciano un’ombra su tutto il contesto politico istituzionale del centrodestra in Campania”. 
Ora, ha aggiunto D’Anna: “se questo è un assunto che può tenere in carcere una persona, noi non siamo un paese civile. Perché delle due l’una: o tutti quanti noi, che siamo amici di Nicola Cosentino, siamo degli sciocchi per cui inconsapevolmente finiamo per favorire le organizzazioni criminali, oppure per debito di amicizia e di gratitudine nei suoi confronti, ci prestiamo ad azioni in favore dei clan”. "Nell’una e nell’altra ipotesi - ha concluso - era dovere del ministro sgomberare il campo da ogni dubbio e da ogni perplessità. Certo stavolta Orlando non si è mostrato né coraggioso, né garantista".

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